Grazie di essere venute

Siam partiti per una visita ad amici a Bologna e mio figlio diciassettenne, su sua esplicita richiesta, mi ha chiesto di visitare il Museo della Memoria (dovuta forse al mio “martellamento” indiretto in famiglia sulla vicenda di I-TIGI); l’ho visto molto colpito. Mi ha seppellito di domande, anche tecniche. Poi è rimasto lì, appoggiato alla ringhiera, alzando ogni tanto lo sguardo sul DC9, pensoso e serio.

Oltre a noi c’erano due ragazze, anche loro decisamente impressionate: un conto è sentirne parlare, un altro è toccare con mano, realizzare con gli occhi.

Uscendo dal Museo, altre due giovanissime Donne mi hanno chiesto se era aperto e, mi creda, mi è venuto spontaneo risponder loro “Si, certo e grazie di essere venute”.

Intendo dire, grazie a lei Signora Bonfietti! Vede? La sua idea di mantenere viva la memoria funziona, se anche un … Read the rest

Tutto ciò non era per voi

Poesia in memoria delle vittime della Strage di Ustica

Sfreccia il sibilo nel tardo azzurro serale,
corre verso ciò che per lui è il suo ardore.

Cala il Sol, nello perdente turno della sua eterna lotta con l’antagonistica Luna
che accompagnata da prepotenti e pulsanti stelle s’impossessa del ciel.

I loro sguardi stanchi chiedon riposo,
due ore di tarda partenza han sopportato,
ma il mezzo ciclo che alle lancette manca prima che i piedi ritocchino terra
fa sì che le palpebre di molti restino aperte.

Una guerra silente s’ha da consumare,
lo lampo che tutto farà tacere
in luogo ove testimone alcuno potrà parlare.
Li titanici intrugli di metallo e onde radio dovran tacere,
li attenti occhi delle divise a tre stelle dovran star chiusi
o guardare a uno diverso orizzonte,
e li perlustratori ignorare i misfatti ch’avverranno.

E’ forse … Read the rest

In ricordo della mia visita al museo

Anni fa ci fu un’altra apertura straordinaria serale, io e Paolo arrivammo alle 22, circa, era estate e fuori faceva caldo. Era buio, eccetto pochi lampioni giallognoli. Varcammo la soglia dell’ingresso con passo lento, quasi come se stessimo violando un rito di commiato. L’ingresso era ben illuminato, di quella luce che stordisce i nervi oculari nel passaggio alla penombra, provocando lo smarrimento dell’ignoto. In silenzio ci avvicinammo al bancone per prendere i nostri biglietti. Volti sorridenti (quasi uno stridore rispetto al mio stato d’animo grave) ci illustrarono il percorso che ci attendeva oltre la vetrata di una porta a spinta dalla quale, incredibilmente, non si intravedeva nulla, per uno strano gioco di riflessi e luci. Non sapevamo cosa avremmo trovato o, meglio, lo sapevamo ma la conoscenza dei sensi, dopo, ci raccontò una storia diversa da quella conosciuta sugli opuscoli.… Read the rest

In viaggio per caso

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Un ultimo sguardo

Non devo piangere quando vedo Maria

Ricordo ancora quel sorrisetto
e quella mano che mi salutava da lontano
il mio cuore giaceva sul fondo del mio stomaco
come una piccola barca affondata,
che mi provocava un senso di dolore
ma allo stesso tempo, sentivo quell’attimo privo di preoccupazione
perché sapevo per certo che un giorno l’avrei rivista.
E quel giorno finalmente arrivò
stavo per prendere l’aereo
e nell’attesa, non sapendo cosa fare decisi di andare a prenderle delle rose rosse
che mi ricordavano tanto le sue guance in estate.
Mi voltai per un ultimo sguardo alla bella Bologna
e un’ attimo dopo ero sull’aereo.
Nell’attesta appena mi sedetti lanciai uno sguardo dai finestrini dove potevo intravedere quelle colline soleggiate e piene di spensieratezza.
Poco a poco le avrei viste sparire all’orizzonte
mentre mi salutavano da lontano.

Di lì a poco … Read the rest

Alessandra Nardon

Non è tempo di partenze ma di ritorni con la mente a quei luoghi dello spirito, alle situazioni che hanno toccato il nostro sentire. Posti che ci hanno sfiorato l’anima, luoghi che si ricordano.
È capitato proprio poco prima di questa chiusura che ci ha atomizzati nel nostro orizzonte individuale. Una visita non programmata, suggerita da una conversazione occasionale, una di quelle circostanze che se le vai a cercare non le trovi ma sembrano capitate così, in maniera spontanea, e che solo dopo essere state accolte si sistemano nel nostro “orizzonte” e trovano senso.
A Bologna c’è un luogo che conserva in maniera fisica e tangibile la memoria del disastro del DC-9 Itavia, precipitato al largo di Ustica quaranta anni fa, il 27 giugno 1980. Lo ricorda in maniera fisica e tangibile ma anche sensoriale ed emotiva per ciò che … Read the rest

Giorgio Breveglieri

Qualche giorno fa, mi sono trovato a Bologna dalle parti di via Giorgio Vasari per incontrare alcune persone. Dopo aver parcheggiato, mi sono reso conto di essere a pochi passi dal Museo della memoria di Ustica. Non ho resistito e sono entrato. Ero poco più che ventenne nel giugno 1980 quando accadde la tragedia. Sono cresciuto attraverso anni di depistaggi e di verità intuibili, ma mai completamente acclarate. Durante questi anni ci si è quasi dimenticati del dramma che le persone a bordo possano avere vissuto e del dolore insanabile che ha colpito i famigliari. Ho osservato a lungo quel puzzle di pezzi pazientemente ricomposti rimanendo scosso, ma allo stesso tempo felice che la memoria di quel disastro non sia stata cancellata. Mi ha molto colpito la vista di uno dei finestrini della cabina di pilotaggio, fuso per effetto del … Read the rest

Giulio

19 ottobre 2019.
Mi chiedo se l’idea (mia) di visitare questo luogo sia stata buona. Appena giungiamo alla reception chiedo di depositare lo zaino “Tra 10-15 minuti siamo di ritorno”. Giunto davanti alla porta a vetri mi rendo conto di quello che ci attende: sì cavolo, i resti del velivolo sono davvero lì, rimessi insieme con cura e delicatezza. Ci si può girare intorno quante volte si vuole, unico appiglio a cui aggrapparmi preso dallo sgomento è la ringhiera metallica che circonda l’aereo. Non riesco a distaccare lo sguardo così come mi è difficile distogliere l’attenzione dalle voci sussurrate che escono da 81 specchi neri e riempiono il silenzio, frammenti di vita quotidiana, pensieri di 81 persone inermi, roba da togliere il fiato, e non solo. Il senso di smarrimento è scandito da 81 luci che si accendono e Read the rest

Giulia

I primi sono gli occhi.
Dalla porta intravedi parte della fusoliera, pochi passi e ci sei.
Ti chiedi quanto grandi siano le tue pupille, forse per rassicurarti con qualcosa di tangibile, misurabile, osservabile.
Perchè la tua reazione sfugge al controllo, tutto si annebbia per un attimo.
Qualcuno esce.
Poi tocca alle mani.
Le mie si sono aggrappate, inconsciamente, all’unica cosa possibile… la balaustra di metallo.
Sono ancora fredde.
Ti accorgi che l’aria ha un odore intenso, lì per lì non ci dai peso ma lo senti.
Luccichini di Capodanno dopo che son sparite le fiammelle e resta un filo di fumo.
Di nuovo, cerchi rifugio in ciò che ti ha sempre rasserenato perchè, ancora e ancora, l’emozione sfugge dal controllo.
Ma non è solo fumo… ti dicono che quello è l’odore del DC9.
E realizzi che, nonostante il tempo, quello … Read the rest

Alessandro Guaitoli

Compianto per ustica – Alessandro GuaitoliRead the rest